4 febbraio 2025. Cento anni dalla fondazione del Patriarcato Ortodosso Romeno
Dopo la Grande Unione del’1° dicembre 1918, anche la Chiesa Ortodossa Romena desiderò l’unificazione di tutti i suoi organismi – presenti nelle province romene unite – sotto la guida del Santo Sinodo di Bucarest. Un atto storico che sarà compiuto solo nel 1925, in seguito alle tergiversazioni causate dalle specificità delle nuove province romene annesse (Bessarabia, Bucovina, Transilvania). Il primo patriarca è stato Miron Cristea (1868–1939).
Per la storia ecclesiastica della Romania il 4 febbraio 1925 rimane una data di riferimento in quanto il Santo Sinodo ha approvato l’elevazione della Chiesa al rango di Patriarcato. Una tappa preliminare di questo importante atto fu l’ottenimento dell’autocefalia della Chiesa. Dopo la guerra d’indipendenza, il 9 maggio 1877 fu proclamata l’indipendenza come Stato, successivamente riconosciuta dal Congresso di pace di Berlino del 1878. Il passo successivo nello sviluppo organizzativo della Romania fu il decreto e l’ottenimento, il 25 aprile 1885, dell’autocefalia della Chiesa ortodossa romena, più volte richiesta al Patriarcato ecumenico ma fino ad allora rifiutata. Dopo aver ottenuto lo status di Chiesa autocefala, furono avanzate diverse proposte per l’istituzione del Patriarcato, che si concluderà con l’atto del 4 febbraio 1925.
L’atto fu ufficialmente riconosciuto attraverso il «Tomos» [atto ufficiale nell’Impero bizantino] dal patriarca ecumenico Basilio III, il 30 giugno 1925, dopo che aveva mandato delle lettere, in preavviso, a tutte le Chiese “sorelle” [ortodosse], informandole della fondazione del nuovo Patriarcato. Il progetto di legge per la fondazione del Patriarcato è approvato, all’unanimità, da entrambe le Camere del Parlamento. Il 23 febbraio 1925 sarà quindi promulgata la legge con conseguente pubblicazione nel Monitore Officiale del 25 febbraio, col titolo: «La legge per l’innalzamento della sede arcivescovile e metropolitana dell’Ungro-Valacchia, come primate della Romania, al rango di Sede patriarcale».
L’articolo 22 della Costituzione del 1923 prevedeva per la Chiesa Ortodossa Romena un’organizzazione unitaria con la partecipazione dei laici alla regola, alla guida e all’amministrazione, sotto il controllo dello Stato, essendoci una sola unità sinodale centrale. Le elezioni della gerarchia erano regolate attraverso una precisa legge, la stessa per l’intera Chiesa. Tutti gli organismi della Chiesa si componevano, per un terzo, di chierici e, per due terzi, di laici; la loro collaborazione esprimeva un’altra caratteristica della Chiesa, cioè la sinodalità. L’organo, il quale eleggeva i gerarchi ed elaborava i regolamenti ecclesiastici, era il Congresso Nazionale Ecclesiastico, composto dai membri del Santo Sinodo, due chierici e quattro laici eletti da ogni diocesi per sei anni che si riuniva una volta ogni tre anni. Il suo ruolo riguardava i problemi amministrativi e culturali. Lo Stato romeno accorda alla Chiesa sovvenzioni da destinare agli stipendi e all’integrazione dei propri mezzi di sostegno.
L’insegnamento religioso era obbligatorio in tutte le scuole. L’intronizzazione del primo patriarca Miron Cristea[1] avviene in un quadro festivo a Bucarest il 1° novembre 1925. Nell’ occasione hanno partecipato i membri del Santo Sinodo del- la Chiesa Ortodossa Romena, i rappresentanti dello Stato e delegati di alcune Chiese ortodosse, tra i quali nove gerarchi del Patriarcato di Costantinopoli, Gerusalemme, Serbia, arcivescovado di Atene, Bulgaria, Polonia e della diaspora russa. Il gesto del re, della regina, di baciare la mano del nuovo Patriarca, seguendo l’antica tradizione bizantina, di fronte a tutto il popolo, suscitò una grande impressione, sia negli stranieri che negli autoctoni. La nascita del Patriarcato ortodosso romeno influì molto anche all’estero: l’ortodossia romena s’ imporrà tra le altre Chiese ortodosse «sorelle» e, nel campo dell’ecumenismo, diventerà una voce autorevole. Bisogna notare, in questo senso, le iniziative svolte dalla Chiesa Ortodossa Romena per organizzare eventi teologici con partecipazione internazionale.
Con la nascita del nuovo Patriarcato l’ortodossia romena s’impone, infine, sul piano internazionale. In qualche modo si riconosceva al Patriarcato romeno la missione di ripristinare l’ortodossia ovunque. Occorre precisare che in seguito all’atto d’ unificazione del’1° dicembre 1918 la situazione confessionale del Paese riceverà una nuova configurazione. Va notato che la Transilvania aveva in quel momento più di un milione di fedeli romano-cattolici e greco-cattolici, gran parte appartenenti alle comunità ungherese e tedesca. Nel Vecchio Regno la popolazione era generalmente ortodossa, e la presenza di monarchi d’origine straniera e di fede romano-cattolica era stata metabolizzata senza eccessivi problemi. Ora, con la formazione della Grande Romania, i non ortodossi venivano a costituire più di un quarto della popolazione e la percentuale saliva ulteriormente in Transilvania dove, oltre alle consistenti comunità di matrice ungherese e tedesca variamente configurate sul piano confessionale, esisteva la Chiesa unita.
Violeta Popescu, Testo inserito nel volume “La Chiesa Ortodossa Romena dopo la Seconda Guerra Mondiale. Figure dell’Ortodossia romena nell’Occidente”, 385 p. ed. Rediviva, 2019
Bibliografia
PĂCURARIU Mircea, Istoria Bisericii Ortodoxe Române. Secolele XIX și XX., vol. 3, [Storia della Chiesa ortodossa romena. Secoli XIX e XX], vol. 3 ed. Institutului Biblic și de Misiune Ortodoxă, București, 1992.
MOROZZO DELLA ROCCA Roberto, Le Chiese ortodosse. Una storia contemporanea, ed/ Studium, Roma 1997.
Alexandru Cerna-Rădulescu – D.V. SĂDEANU, Reîntregirea Bisericii Românești din Ardeal, București, Tip. Cărţilor Bisericeşti, 1948
Constituția din 1923, link consultabile: http://legislatie.resurse-pentru-democratie.org/constitutie/constitutiunea-din-1923.php,
[1] Miron Cristea, da laico Elie Cristea, è stato il primo patriarca della Chiesa Ortodossa Romena. Nato il 20 luglio 1868 a Toplița [Harghita] e deceduto il 6 marzo 1939 a Cannes in Francia. È stato patriarca per il periodo 1925-1939. Tra il 1° febbraio 1938 e il 6 marzo 1939, fu nominato anche primo-ministro del governo romeno.